In ricordo di Jan Palach

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Quel giorno, 19 gennaio 1969, io avevo quasi dodici anni. Ero ancora un bambino. Ascoltai la notizia di quell’universitario praghese che si era dato fuoco vicino Piazza San Venceslao, a Praga in quella Cecoslovacchia occupata dai carri armati del Patto di Varsavia.

Jan si diede fuoco come i bonzi vietnamiti in quegli anni protestavano in quel modo Vietnam del Sud a difesa della libertà di culto e come aveva fatto pochi giorni prima, il 5 novembre 1968 il dissidente ucraino Vasyl Makuch in una delle strade principali di Kiev.

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Jan ed i suoi amici e compagni universitari, aveva creduto ad una possibile “svolta umana” del socialismo ma aveva visto sfiorire la fragile Primavera di Praga sotto le minacce del gigante Sovietico. Alexander Dubcek, che , coraggiosamente aveva pensato di allentare la stretta del gigante sovietico, non era più in grado di mantenere le sue promesse, essendo ormai prigioniero dei sovietici e tutto si era bloccato. A quel punto, non rimaneva che un’impossibile lotta di popolo, pacifica ma coraggiosa, contro l’invasore.

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Quella notizia mi emozionò. Fu il primo fatto di cronaca che mi rimase impresso e mi fece capire la crudeltà del totalitarismo sovietico e di chi lo appoggiava. Pensai che se esisteva un bene ed un male il male non poteva che essere rappresentato da quei carri armati. Solo a distanza di molti anni capii che neanche al di qua del muro di berlino tutto era rose e fiori.

Intanto, i fatti di Praga dimostrarono che il socialismo dal volto umano non poteva e non doveva esistere, la “fratellanza” dei paesi del Patto di Varsavia era un cappio stretto al collo di quei popoli.

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La parabola di Alexander Dubcek durò pochissimo, arrivò subito quella che veniva chiamata la “normalizzazione”, i tempi non erano maturi. Il muro che divideva l’Europa sarebbe caduto, da solo, molti anni dopo e molti ragazzi che avevano vissuto il sacrificio di Jan Palach pensarono che quella nuova europa unita, senza guerre senza divisioni e senza dittature, avrebbe aperto un’era molto migliore.

Sicuramente da allora non ci sono più state guerre mondiali, anche se in molti paesi, come nella ex jugoslavia, la guerra c’è stata lo stesso.

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La fine della guerra fredda ha cambiato lo scacchiere internazionale, la Nato si è fatta più aggressiva e ha ignorato quell’implicito patto tra est e ovest di non aggressione. Ogni paese doveva rimanere nelle rispettive aree di influenza. Invece non è stato così e l’europa occidentale si è spostata più verso est.

Ma a parte questo, l’Unione Europea ha tradito la sua missione. Doveva essere una terra comune di popoli che avevano una comunanza di culture, invece è diventata da subito solo l’europa dei mercati e dei mercanti.ttee.jpg

Ma adesso il nostro ricordo va a Jan Palach, che il tuo sacrificio per la libertà dei cittadini, non solo praghesi e cecoslovacchi ma anche Europei, e la loro sovranità, politica, economica, sociale, ambientale e culturale. Contro tutti i totalitarismi, quelli autoritari, come in passato e quelli economici, come oggi.

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Si avvicinano le elezioni, come orientarsi nel voto…

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Si vota a marzo per rinnovare il parlamento italiano.

I miei  dubbi e  perplessità su chi e come votare credo che oggi riguardino più del 50% degli Italiani.

Iniziamo dalla prima opzione: l’ ASTENSIONE.

Personalmente ho sempre considerato l’astensione l’ultima ratio per una votazione in un regime di (pseudo) democrazia. Anche perchè alla fine chi sceglie è solo chi ha espresso un voto valido, tutti gli altri esprimono una protesta di cui nessuno parlerà più una settimana dopo il voto. Alla storia andranno le percentuali ottenute da ogni partito e soprattutto, i seggi.

Escludo anche l’opzione di votare partiti e/o schieramenti che fanno parte della solita, vecchia politica. Ovvero l’insieme di schieramenti più o meno storici che vanno dall’estrema destra, ai leghisti, ai centristi, ai berlusconiani, ai piddini, all’arcipelago gruppettaro di sinistra, ai verdi.  Non parliamo dei radicali, apparentati ai democristianoi di Tabacci per necessità, alla faccia della coerenza…

Tutta gente che, in un modo o nell’altro, ha governato negli ultimi decenni con uno schieramento o con l’altro, gente che  oggi promette tutto quello che non è riuscito nè a fare quando stava al governo nè a proporre quando stava in opposizione.

Quelle che appaiono, oggi 7 gennaio 2018, le due uniche possibilità di espressione di voto un pò “alternative” rispetto al sistema sono: 5 Stelle e Potere al Popolo.

Per quanto riguarda il m5s, se prenderà il mio voto sarà soprattutto per mancanza di alternative più che per convinzione. Soprattutto per il voto nazionale, mentre a livello regionale stimo Roberta Lombardi e penso che sia un’ottima candidatura per il Lazio.

Però dei 5 stelle non mi è mai piaciuto l’imprinting del duo grillo/casaleggio che restano di fatto i veri “proprietari” del simbolo e del movimento. Questo dei partiti proprietari  è una vecchia storia e chi pensa che solo forza italia sia un partito con un padre-padrone si sbaglia dfi grosso. La maggior parte dei partiti italiani non sono altro che “partiti padronali” cioè con un vero e proprio “proprietario”, che risulta anche a livello legale, e che può fare del suo partito/movimento quello che meglio crede. Pensare che un “partito proprietario”, che è privo di democrazia interna, possa  lavorare a livello di governo per migliorare la democrazia italiana è un pò un ossimoro, perchè se prima NON SI PRATICA LA DEMOCRAZIA AL PROPRIO INTERNO NON SI E’ CREDIBILI. 

Questo è il grande BUG DEL m5s, l’ho sempre detto che la “DEMOCRAZIA DIRETTA DA GRILLO E CASALEGGIO” non mi piace, come non mi è piaciuto il passaggio di potere dinastico tra casaleggio padre a casaleggio figlio. Sembra più un  movimento monarchico piuttosto che un movimento composto e guidato da cittadini. I cittadini, per carità, ci stanno e vengono anche eletti, ma, come si dice a firenze, ‘un contano’na sega…

Eppoi i dubbi sul programma? Un giorno EURO SI’ e il giorno dopo EURO NO, inoltre una posizione sugli immigrati piuttosto vicino a quelle leghiste, un richiamo al reddito di cittadinanza senza swciogliere i nodi della sovranità monetaria, insomma un pastrocchio gigantesco che, al di la delle chiacchiere, rischia di non portare grandi cambiamenti. E quel Di MAio che un giorno bacia l’ampolla di San Gennaro ed il giorno dopo va negli USA a “Tranquillizzare” i poteri forti USA per poi fare lo stesso in Europa a me non piace. Se questo è il cosiddetto “capo” qualcosa non funziona…

Ultima formazione a scendere in campo è “Potere al Popolo”. Una lista che nasce dal basso da una serie di movimenti locali che si sono uniti assieme. Nessuna personalità di spicco, nessuna vecchia volpe della politica, alle apparenze sembra una lista “pulita”  che vuole fare gli interessi di chi ha meno voce, delle parti più deboli e oppresse della società,  e che non ha paura di definirsi “comunista” ma senza troppi ideologismi.

Io non mi sento affatto un “comunista”  nè ho amato l’espressioni storiche del comunismo, che spesso hanno portato a società non democratiche in cui mancava la libertà ma, da non comunista, dico anche che in questa società di oggi, serva un pizzico di pepe rosso che lotti dalla parte del popolo, della gente, contro il potere ENORME delle LOBBIES.

GIUSTIZIA SOCIALE, DIFESA DELLA COSTITUZIONE, PACE, DIRITTO AL LAVORO, DIFESA DELLE PENSIONI, LOTTA CONTRO LE PRIVATIZZAZIONI, DIVISIONE TRA BANCHE D’AFFARI E BANCHE DI RISPARMIO, CONTRO LO SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE DIFENDENTO SCUOLE E SANITA’ PUBBLICA,  AMBIENTE, QUESTIONE MERIDIONALE E GIUSTIZIA CHE SIA DALLA PARTE DEI DEBOLI.

Ho sintetizzato il loro programma…

Spero di andare presto ad una loro assemblea per conoscerli di persona. Per ora credo che possano essere una ottima alternativa di voto e che meritino di raccogliere le firme per poter presentare la lista  (barbaro sistema usato dai partiti già installati al parlamento per evitare che nascano nuovi partiti. A loro le firme non servono, ai cittadini che presentano una nuova lista invece sì!

  Invito tutti a dare la firma per questa lista!

 

La giornata della memoria sì, ma a 360°

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Oggi si ricorda l’olocausto degli ebrei sotto il nazismo, ma questo ricordo, se deve servire davvero ad evitare nuove stragi di innocenti oggi, deve necessariamente  includere TUTTI gli eccidi di civili avvenuti nell’ultima parte della storia umana.

Perché nessuna nazione è stata immune da colpe in tutti questi anni. Ci ricordiamo particolarmente dei tedeschi nel periodo nazista anche perchè da sempre il popolo tedesco si è il più organizzato, nel bene ma anche nel male. E l’organizzazione terribile dei nazisti rappresenta ancora oggi un culmine tragico della crudeltà umana. Ma, non scordiamoci che:

Gli americani  hanno massacrato un popolo, quello dei nativi d’america, hanno bruciato centinaia di  vite innocenti a Hiroshoma e Nagasaki. Del resto gli stessi giapponesi, storicamente, non sono un popolo di angioletti quando si parla di stragi di civili.

I bombardamenti a tappeto della seconda guerra mondiale verso Coventry, Dresda, Guernica. Centinaia di migliaia di morti civili innocenti.

Ed il fosforo usato dagli americani contro i villaggi viet?

Vado a memoria, quante pagine nere della storia mi dimentico? A decine e decine se non centinaia, mi scuseranno i lettori se non le elenco tutte ma sto andando a memoria.

Inglesi e Francesi sono stati protagonisti di pagine efferate quando erano paesi colonialisti (ma lo sono ancora tutt’oggi).

Noi Italiani “ brava gente” abbiamo massacrato civili inermi, violentate donne e schiavizzato nei territori che furono le nostre colonie.

E come non pensare ai danni provocati dei regimi totalitari: nazismo, fascismo, comunismo sovietico, kmer rossi, dittature sud-americane. Ma un elenco altrettanto lungo potrebbe riguardare i crimini commessi da paesi considerati “democratici”…

Eppoi le grandi tragedie come Sabra e Chatila o  come  Srebrenica, ma anche tutte le stragi silenziose che ancora oggi avvengono in Africa o in Asia.

La tragedia del Popolo Palestinese, occupato, schiavizzato e violentato  da quell’israele composto dai discendenti delle vittime della shoah.

Questa è l’esempio la tragedia umana , dove la memoria del passato non impedisce sempre nuove atrocità. Le vittime si trasformano ciclicamente in carnefici

Vi invito alla riflessione.

47 anni dalla Primavera di Praga

Carri armati sovietici a Praga

Carri armati sovietici a Praga

47 anni fa accadeva un episodio che è rimasto impresso in modo indelebile nella mia memoria di ragazzino di allora.

L’invasione di Cecoslovacchia da parte di una forza di circa 400.000 soldati e 7.000 mezzi corazzati agli ordini del Patto di Varsavia.

 A Praga stava per vincere il partito delle riforme democratiche che aveva in Alexander Dubček il suo più importante sostenitore.

La morte di quella mancata rivoluzione che poi venne chiamata  “Primavera di Praga” fu la fine del sogno di poter mai avere un “comunismo dal volto umano”.

E’ stato un fatto che ha segnato un’epoca e ha creato una coscienza politica in molti giovani di allora, che capirono  il fallimento del Comunismo.

Ci sarebbero voluti molti anni., dopo la caduta del muro di Berlino e dopo tanti altri episodi, per far capire agli stessi  giovani di allora che stava fallendo anche il Capitalismo.

E dopo aver vissuto il 1900  con la caduta delle grandi ideologie ottocentesche, Fascismo, Comunismo e  Capitalismo (anche il Fascismo può essere considerata un’ideologia ottocentesca in quanto miscuglio del nazionalismo e del socialismo nazionale), rimaniamo oggi, nel 2015., orfani delle ideologie ed orfani anche di quel magnifico sogno che infiammò tanti giovani Cecoslovacchi  nel periodo da gennaio ad agosto 1968. Sì lo stesso sessantotto che poi ispirò altre “rivoluzioni studentesche” in molte parti del mondo, anche queste “rivoluzioni” finite nell’utopia.

Oggi sono cambiati di molto gli scenari geopolitica, è cambiato il nostro modo di vivere e di pensare e sono altre le urgenze di cui ci dobbiamo occupare.

Riprendersi la Democrazia, ovvero il governo dei cittadini, che non deve essere solo “formale”, come è oggi, assoggettata dai poteri economici forti e dalle caste oligarchiche, ma “sostanziale”. La “democrazia reale” comunista fu una bufala, quella capitalista è solo formale, non resta che cercare una democrazia “diretta” che permetta un maggior controllo dei cittadini alla “cosa pubblica”.

Oggi l’Unione Europea sta andando in senso opposto rispetto alle esigenze di una maggiore democrazia, in quanto la BCE ha il diritto di decidere, nel bene e nel male, su ogni atto dei singoli governi nazionali che non sono più governi  sovrani. Esiste oggi una strana Europa che non è l’Europa dei popoli, che avremmo accettato ben volentieri, ma l’Europa delle Banche e dei poteri forti, che ci ha tolto anche la sovranità monetaria, fondamentale in quanto la moneta dovrebbe essere uno “strumento” di benessere per i singoli paesi e non uno strumento di tortura per i più deboli.

Inoltre oggi noi cittadini abbiamo delle esigenze diverse rispetto a cinquant’anni fa: oltre al diritto al lavoro, chiediamo il diritto alla salute, ad un ambiente sano e pulito, ad un rispetto dei beni pubblici e del “bene comune” sul quale non ci deve essere un’invasione del “bene privato” che pure ha diritto ad esistere. Vogliamo difesa la dignità di ogni essere umano e di ogni essere vivente, vogliamo il diritto di vivere senza guerre, in libertà e nel rispetto gli uni degli altri.

Chiediamo un mondo che sia governato non dalle leggi dell’economia ma dalle leggi della felicità.

E’ utopia? Forse, ma è la stessa utopia che cercavano i giovani che si sono immolati a piazza San Venceslao per la libertà.. La stessa  che ha spinse poi Jan Palach, il ventiduenne praghese, a  darsi fuoco il 29 gennaio del 1969.

Tra le pagine che Jan Palach  lasciò queste parole scritte proprio prima del suo gesto estremo:

« Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura e la proibizione di Zpravy (la censura delle forze di occupazione, nota mia.) Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s’infiammerà »

La torcia di Jan Palach ha illuminato da allora la mia cocienza.

Jan Palach