M5S, Casaleggio è morto, ed ora?
Sono passate poche ore dalla notizia della scomparsa di Gianroberto Casaleggio, di cui porgiamo sentite condoglianze ai figli Davide e Francesco ed alla moglie Sabina.
Non possiamo non scrivere alcune riflessioni nei riguardi di questo personaggio che ha inciso così tanto nella politica degli ultimi anni.
Intanto possiamo dire che, a differenza di Beppe Grillo, Casaleggio non era uno che si faceva vedere molto in pubblico. Mentre con Beppe, negli anni di appartenenza agli “Amici di Beppe Grillo” di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare un saluto, una stretta di mano, un abbraccio, Casaleggio non è mai comparso né direttamente né indirettamente. I fili venivano mossi tramite un “fantomatico” “Staff” che faceva capo a lui.
Ma andiamo con ordine. Casaleggio ha avuto l’idea geniale di unire tre fattori: La potenza comunicativa di un Beppe Grillo, il nuovo strumento mediatico della Rete, e delle idee-guida forti. Il tutto, miscelato insieme, ha creato, alla fine, una macchina da guerra politica in grado di contrastare i miliardi di Berlusconi e le oligarchie ed i potentati del PD.
La nascita…
Nacque tutto col Blog di Beppe Grillo, che all’inizio era un innovativo campo di discussioni politiche, aperto a tutti ed a tutto. E c’erano i Meet Up, gruppi che riunivano in rete per discutere di ambiente, di “cose concrete”, ed anche di politica, all’inizio in modo marginale. Tutto bellissimo e tutto entusiasmante. Da questo è nato un formidabile movimento di opinione di cui Grillo era il portavoce, con i suoi spettacoli travolgenti. Casaleggio scriveva i copioni, Grillo li interpretava in modo magistrale. E poi ci furono i “VaffaDay” e le raccolte di firme per i referendum. Momenti in cui sembrava trionfasse la democrazia partecipata, con tantissimi attivisti che si davano da fare nel territorio. Momenti bellissimi anche per il sottoscritto, che ha sempre ringraziato Beppe Grillo per questo.
Poi.. Poi cominciarono i problemi. Intanto, per chi stava dentro, si capiva che tutta questa libertà di espressione era solo formale. Chi andava fuori dal coro era subito bannato dal blog ed escluso dai meetup. Si cominciavano a creare meschine “lotte di potere” a livello di sigolo Meet Up con diatribe mostruose, spesso nate dal nulla. Questo “Staff” decideva ciò che era bene e ciò che era male, i Meet Up che erano in linea col movimento e quelli che erano fuori. Insomma, si è capito che la famosa frase “uno vale uno” non valeva poi molto, in quanto c’era sempre qualcuno che decideva per altri.
Intanto Casaleggio, col suo staff della “Casaleggio Associati”, faceva diventare il Blog ed i link accessori, delle macchine “mangia click”, in quanto ogni click in rete vale un tot di introiti pubblicitari. Il Blog di Grillo era diventato uno dei blog più frequentati al mondo e la pubblicità a quel punto diventava fondamentale per potere ancora crescere. Però la qualità delle discussioni e dei commenti diventava sempre peggiore. E ci si chiedeva, ma i post che escono sul blog, chi li scrive? Grillo? Casaleggio? Ma era chiaro a tutti che la vera “mente pensante” era Casaleggio. Lo stesso Grillo, nelle prime riunioni quando il movimento si tuffò nella politica, ci teneva a dire che lui non voleva “comandare” o decidere per chicchessia. Le scelte le faceva “Lo Staff”, dietro cui ci stava Casaleggio ed il figlio.
Devo ammettere che, pur criticando Casaleggio perché era quello che muoveva le fila del M5S, apprezzavo gran parte delle sue “idee guida”. Alle 5 stelle però è sempre mancata la sesta stella, quella della “democrazia”, che per me resta uno dei valori fondamentali. Casaleggio invece vedeva la democrazia in stile aziendalista, in fondo alla Berlusconi, col capo che decide ed i collaboratori che eseguono. E gli attivisti che sono i “venditori” che vendono “il prodotto” a livello più o meno locale. Il marchio viene dato “in franchising” al gruppo locale di cui si ha più fiducia, ma il potere decisionale a livello nazionale è sempre del “capo”, sempre rappresentato dal suo “staff”.
Ecco i motivi per cui, ad un certo punto, mi sono allontanato a gambe levate da un movimento che, pur partendo da istanze legittime, tipo quelle di rifondare la politica su basi più oneste e trasparenti, finiva per “incartarsi” sulla sua stessa mancanza di trasparenza.
Quando c’è di mezzo il M5S c’è sempre un fortissimo sentimento di amore/odio. C’è chi è esageratamente favore e chi esageratamente contro. In modo eccessivo e irrazionale. Io invece penso che il M5S sia strutturato in modo piramidale, e quindi non mi sta bene, ma che molti dei “grillini” siano autenticamente convinti in buona fede delle loro idee.
Un altro difetto del M5S è stato sempre quello dei rapporti con la cultura, con gli specialisti dei vari settori, con i movimenti di base. Il M5S ha sempre cercato di monopolizzare qualsiasi argomento, qualsiasi lotta, senza dare spazio ad altre organizzazioni o persone singole. I casi sono tantissimi. A partire da quello del Prof. Stefano Montanari, “usato” per alcuni spettacoli di Beppe Grillo e poi “allontanato” da Grillo e& c. Come il caso di molti economisti che sembravano nell’area vicina al M5S ma che sono stati tutti “ricusati”. O come il caso di movimenti di base, ignorati bellamente dal M5S, che “ruba” poi letteralmente il lavoro fatto da anni sul territorio da persone che senza appoggi politici o econimici rischiano di prima persona per portare avanti delle idee. L’unica eccezione, forse, coi No-Tav, coi quali Grillo ebbe rapporti di collaborazione positiva.
In realtà, il M5S, come movimento populista, non vuole prendere posizioni nette su taluni temi importantissimi e fondamentali, come quello dell’Euro. Tante chiacchiere, ma poca sostanza.
La stessa posizione ondivaga sul problema dell’immigrazione dimostra come, a livello di progetto politico, il tutto sia estremamente “liquido”. Si segue l’”onda” di ipotetici sondaggi piuttosto che seguire una linea votata e decisa dalla base.
Il M5S sta diventando sempre meno un movimento “popolare” e sempre di più un movimento “populista”. “uno vale uno” vale per quelli che non contano una fava, come si dice a Firenze. Per resto vale il principio non di Grillo ma del Marchese del Grillo, che non vi dirò per intero… < io sono io e voi non siete un c****> . Questo è il principio cardine della democrazia interna del M5S, <democrazia “diretta da” Casaleggio> che non ho mai potuto condividere, non amando i “partiti azienda” e sentendomi abbastanza “anarchico” da rifiutare poteri imposti dall’alto.
Cambierà qualcosa nel M5S con la dipartita di Gianroberto Casaleggio? Io credo che non potrà durare a lungo così. Grillo già si è in parte tirato indietro, resta da vedere il popolo del M5S e gli eletti come vorranno strutturarsi adesso che manca l’unica figura carismatica che avesse un potere vero nel movimento. Mi auguro che riescano nella difficile impresa di creare un movimento democratico e trasparente al suo interno.
Per terminare, questa vignetta di Vauro ha creato uno scandalo per me immotivato. Dicono che sia offensiva ed oltraggiosa per chi non c’è più. Io vorrei dirvi che per vedere delle vignette oscene e offensive delle persone che non ci sono più basta andare a leggervi “Charlie Hebdo” e vi renderete conto della differenza tra la satira e l’insulto. Vauro ci ha detto solo che è morto quello che tirava i fili del M5S e che “scriveva i copioni” a Grillo, senza il quale Grillo, politicamente, non potrà più fare e dire nulla. Dov’è l’offesa a Casaleggio? E’ la semplice, sacrosanta verità. Che, come tale, brucia moltissimo.
Una frase di Casaleggio dell’Aprile 2014 che spiega molto del suo “non comparire”:
Una cosa che mi ha pesato moltissimo è aver perso l’invisibilità, non perché volessi diventare l’uomo invisibile, ma perché non mi interessa la popolarità. I soldi mi interessano solo per quello che mi serve per vivere e non mi interessano nemmeno le cariche politiche (aprile 2014)